Nome: Tuber brumale, da “brumalis” (lat.) = invernale (Vittadini, 1831).
Nome volgare: tartufo nero d’inverno.
Periodo di raccolta (L.R.16/08/1999, nr.23 del Friuli V.G.): dal 1 gennaio al 15 marzo.
ASCOCARPO – di forma globosa più o meno regolare e di piccole dimensioni (2-10 cm).
PERIDIO – di colore rossiccio-violace negli esemplari giovani, è decisamente nero a maturità; la superficie è finemente verrucosa, con verruche poligonali basse ed appiattite (in genere più piccole, 1-3 mm, di quelle del Tuber melanosporum), fortemente aderenti alla gleba.
GLEBA – grigio-brunastra o grigio-fumo con venature bianche immutabili, poco numerose, spesse e distanziate, con ispessimenti in prossimità del peridio, dove formano caratteristiche ed ampie chiazze biancastre.
PROFUMO – fine, gradevole ma poco pronunciato, ricorda il rafano.
SAPORE – più marcato, anche se meno squisito del Tuber melanosporum.
ASCHI – a sacco o subglobosi, sessili, misurano 60-90 x 50-60 μm e contengono 1-6 spore.
SPORE – bruno chiaro, ellissoidali, echinulate, con aculei rigidi appuntiti; dimensioni di 16-28 x 32-40 μm.
HABITAT – predilige terreni profondi, anche con un elevato contenuto di argilla e di solito ricoperti di muschio. Rispetto le altre specie non è molto esigente tanto da tollerare terreni con ristagno idrico e con reazione chimica al limite del sub-acido. Le tartufaie si localizzano di preferenza al bordo di coltivi, nei prati ed anche nei giardini. Vive in simbiosi con tigli, querce, noccioli ed alcune conifere (pini, abeti etc.) sia in ambienti peculiari sia nelle tartufaie di T. melanosporum quando esse si inerbiscono, sia in quelle di T. magnatum quando il suolo presenta sintomi di asfissia.